Manovre in vista del congresso Pd, spunta Sarracino per il dopo Letta

Manovre in vista del congresso Pd, spunta Sarracino per il dopo Letta


Mezzogiorno, 8 ottobre 2022 – 01:11

Graziano: «Occorre attenzione per il Sud»

di Simona Brandolini

I bookmakers democratici hanno avuto, l’altroieri, vita facile al Nazareno. Una sala piena di papabili segretari. Ma tra autocandidature e correnti al lavoro, come ha rivelato il Corsera, è spuntato anche il nome di Marco Sarracino. Il segretario provinciale del Pd che, alla lettura del quotidiano, è caduto letteralmente dalla sedia.


In campo c’è Stefano Bonaccini, ma si fa sempre più strada anche l’opzione Dario Nardella, il sindaco di Firenze, che avrebbe in teoria l’appoggio di Dario Franceschini e potrebbe strappare a Bonaccini anche il sostegno di Base riformista. Ma il ministro della Cultura, non solo tace, nelle ore immediatamente successive alla sconfitta elettorale, aveva lanciato il nome di Vincenzo Amendola, altro napoletano, come candidato a traghettare il partito fino al congresso. Ipotesi tramontata visto che sarà il segretario Enrico Letta il Caronte.

E allora da dove spunta il nome di Sarracino? Ieri l’agenzia Agi ha ricostruito così alcuni passaggi della direzione. «A scandagliare le fonti vicine all’area di Andrea Orlando, quello del segretario provinciale del Pd di Napoli potrebbe essere uno dei nomi su cui puntare. A parlare per lui, dicono, è il curriculum: proveniente dalla sinistra del Pd, ma valorizzato anche dal Nazareno come uno dei cinque giovani capilista under 35, protagonista della campagna elettorale che ha portato all’elezione del sindaco Manfredi. Soprattutto, autore di un lavoro che ha consentito di riportare il partito nelle periferie più remote del capoluogo campano. Una suggestione al momento, come spiegano fonti della sinistra dem». Una suggestione o uno sgambetto per il nuovo arrivato in Parlamento e nelle stanze romane? Perché in realtà il nome di Sarracino potrebbe essere al contrario come una mossa fatta ad arte contro i suoi padri politici Orlando e Peppe Provenzano. Tant’è che si è chiuso in un inusuale mutismo. E a Napoli qualcuno dice anche già: «Se De Luca ha perso le elezioni facendo incassare tre punti percentuale al Pd, le ha perse anche Sarracino, quindi non si capisce perché dovrebbe essere promosso». Non fa neanche in tempo a nascere un nuovo leader che subito viene azzoppato. Un classico della sinistra. O solo il benvenuto al novellino?

Ovviamente da qui a marzo molti saranno i papabili segretari, la maggior parte bruciati sulla strada per il Nazareno. Ma c’è un tema che pone da tempo De Luca e che per questo lo fa essere questa volta in campo, non come altro candidato, anche se nessuno può giurarlo, visto che c’è già anche Bonaccini. I suoi giurano che non starà a guardare, vuole avere voce in capitolo. Soprattutto perché continua nel Pd la tradizione tosco-emiliana e il Sud non è mai rappresentato. Chi farà gli interessi del Mezzogiorno, ormai opzionato dal Movimento 5Stelle che è l’unico partito che conferma la sua vocazione geografica, anche grazie al Reddito di cittadinanza?

«Bisogna guardare il Pd dal Mezzogiorno», ha detto in direzione Stefano Graziano, appena eletto anche lui in Parlamento, è stato l’anello di congiunzione tra De Luca e il Nazareno in questa tornata elettorale. «Esistono squilibri sociali e territoriali, anche all’interno del partito. Tutto questo può essere realizzato con un impegno preciso del partito sul Mezzogiorno», prosegue Graziano. Il punto, insomma, ora è trovare chi interpreta queste istanze al congresso. Solo allora le truppe dem meridionali si muoveranno. Come sempre.

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8 ottobre 2022 | 01:11

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